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Alimenti e Salute. È anche questione di Etichetta?

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Continuiamo a leggere insieme le etichette alimentari. Andiamo avanti dopo avere trattato Frutta e Verdura, Latte e derivati, Uova, Olio di oliva

Passate e sughi. Dal 2018 l’indicazione dell’origine non riguarda solo la passata, ma anche i pelati, le polpe e i concentrati. Deve essere indicato non solo lo stabilimento di produzione ma anche la nazione da cui i pomodori derivano. Prima del 2018 il Made in Italy poteva comprendere anche pomodori stranieri confeziona in Italia. Ora non più.

Pasta e riso. Come per i derivati del pomodoro è stata resa obbligatoria l’indicazione dell’origine del grano duro sulle confezioni della pasta e del riso. Poiché il grano italiano non è sufficiente per il consumo nazionale una parte viene importata. Grano importato non significa peggiore ma occorre sceglierlo dopo avere saputo di che si tratta.

Pesce e prodotti ittici . Su tutti i prodotti, e anche sui filetti, deve essere riportata anche la zona di cattura o di allevamento. Ci deve essere il nome della nazione, se il pesce è allevato o la zona di pesca se è pescato. La generica zona FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) indicata fino a qualche anno fa non è più accettata. L’origine può non essere indicata per i prodotti trasformati come bastoncini impanati o tonno in scatola.

Miele. Deve essere indicato il paese di origine cioè dove il miele è stato raccolto. Quindi per l’Italia le cose sono chiare e si può scrivere semplicemente “Miele italiano”. Per i prodotti confezionati all’estero l’indicazione della origine del miele deve essere ”Miscela di mieli originari della CE” (Comunità Europea), o “ Miscela di mieli non originari della CE”.

Prodotti Igp (Indicazione geografica protetta) e Dop (Denominazione di origine protetta). Ambedue le denominazioni devono riportare il riferimento al territorio. Però non sono la stessa cosa. Per i Dop devono essere garantite dal territorio d’origine dichiarato: 1) le materie prime 2) la lavorazione 3) il confezionamento. Per gli Igp è sufficiente che al territorio dichiarato sia legato almeno uno delle tre caratteristiche indicate. In parole povere un prosciutto può essere Igp di Parma o di Modena se è prodotto nell’area tradizionale anche se usa cosce di maiali allevati in Cina. Lo stesso per la mortadella di Bologna Igp.

Giancarlo Biasini