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Speciale volontari. La mia esperienza in ARRT

Sono Chiara, ho quasi 23 anni ed inizialmente il mio ruolo in questa associazione è stato per qualche tempo quello di semplice paziente. Una semplice paziente che però, come tanti altri, aveva deciso di intraprendere il coraggioso cammino della prevenzione. Perchè se ancora ci fossero dei dubbi sulla veridicità del detto “meglio prevenire che curare”, l’ARRT te lo insegna bene.

I primi mesi di questo anno sono stati un periodo di grandi cambiamenti per me; ma sono stati anche un periodo in cui ho finalmente raggiunto alcune consapevolezze che fino ad allora non avevo mai guardato in faccia. Ho capito, (forse anche grazie alla pandemia), che il percorso universitario che ho scelto qualche anno fa non è più così stimolante come lo era all’inizio. La stessa pandemia, insieme a qualche altro equivoco, mi ha obbligata a rinunciare ad un’esperienza di volontariato in Africa che avevo sognato per tanto tempo, costringendomi bloccata qui a Cesena, nella mia città.

Non so se sia stato per la mia forte propensione all’altruismo o perchè semplicemente ho sempre odiato starmene a lungo con le mani in mano, lasciando che tutto ciò che è attorno a me scorra senza che io abbia apportato il minimo contributo a questo cambiamento; ma un giorno è successo che mi sono detta tra me e me (come faccio spesso): “Ora devo stare qui, quindi voglio rendermi utile qui.”

Ritengo che spesso le persone facciano l’errore di pensare che sia fondamentale fare grandi gesti e andare chissà dove per aiutare qualcuno. Io credo invece che, non avendo tutti le stesse possibilità, a volte sia sufficiente alzare lo sguardo e osservare con minuziosità ciò che abbiamo attorno, gli ambienti che frequentiamo e le persone che conosciamo. Capiremmo sicuramente che ovunque c’è bisogno del nostro aiuto, delle nostre conoscenze, ma anche semplicemente della nostra generosità. E’ così che è iniziata la mia storia d’amicizia con questa associazione dove, tra l’altro, sono stata accolta a braccia aperte sin dal primo momento.

Storia d’amicizia perchè l’ARRT non è soltanto un “ente legalmente riconosciuto… che dal 1980 opera nel territorio, al fine di stimolare la prevenzione oncologica” ma è molto banalmente (ma neanche tanto), una famiglia. Una famiglia che mi sono scelta con cura e dedizione. Cura e dedizione sono anche i mezzi principali con cui si lavora qui dentro: dalle ragazze della segretaria, ai medici e a tutti gli altri volontari. Custodirò sempre con grande riguardo gli insegnamenti che mi sono stati trasmessi in questi mesi dai miei colleghi-amici e lo farò anche in futuro.

Tra le altre cose, vorrei ringraziare questo posto per avermi dato la possibilità di uscire finalmente dalla mia zona di confort che non mi ha mai permesso, un po’ per colpa della timidezza, un po’ per insicurezza, di interagire serenamente con persone nuove. Nonostante ci sia ancora tanto lavoro da fare e nonostante quel tremolio di voce che ogni tanto prende il sopravvento da dietro lo schermo del computer, sto capendo sempre di più che una maggiore apertura e qualche sorriso più sicuro sono incredibilmente appaganti.

Grazie tante ARRT.

 

Chiara Rustignoli
Volontaria ARRT