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TABACCO E SIGARETTE ELETTRONICHE

Il consumo di tabacco continua a provocare nel mondo 8 milioni di morti all’anno.

In Italia il fumo uccide una persona ogni sei secondi, per un totale di oltre 90 mila decessi l’anno, di cui il 25% di età compresa tra i 35 e i 65 anni. Eppure, a questi dati viene data minore rilevanza e dignità di quelli che riguardano ad esempio i decessi per incidente stradale (circa 3500 l’anno). Secondo il Ministero della Salute nel nostro Paese il fumo è la prima causa di mortalità e morbilità evitabile con un costo che si aggira intorno all’8% della spesa sanitaria totale, cioè un totale di spese ospedaliere di oltre 500 euro l’anno per ciascuno degli oltre 11 milioni di tabagisti.

La dipendenza da tabacco è riconosciuta come una malattia, condivide, con le altre dipendenze, gli stessi meccanismi neurochimici di base.

La nicotina è il più importante componente che può determinare dipendenza dal tabacco, perché causa a livello biomolecolare una serie di alterazioni che portano il fumatore ad un incremento progressivo delle sigarette fumate mediante aumento numerico dei recettori nicotinici, alterazione dei meccanismi di autoregolazione della volontà, modificazioni delle funzioni cellulari e alterata percezione del piacere.

Fumare è una scelta sottovalutata quando da giovanissimi si accende la prima sigaretta e le maglie della dipendenza si chiudono strette intorno al fumatore.

Particolarmente a rischio è l’esposizione fetale alla nicotina e la trasmissione transgenerazionale delle modificazioni epigenetiche che ne conseguono.

Falsi miti: il fatto che le sigarette “rollate” siano più salubri rappresenta un mito da sfatare; infatti, una minor quantità di tabacco viene compensata da un’inalazione più profonda con la conseguente assunzione della stessa quantità di nicotina e di altri prodotti nocivi della combustione.

Sigarette Elettroniche (E-CIG): lo scenario tradizionale dei prodotti del tabacco ha subìto una drastica evoluzione con l’arrivo delle sigarette elettroniche (conosciute con diversi altri nomi compresi svapatori, e-hookahs, penne a svapo, sistemi a serbatoio, mods, sistemi elettronici di erogazione della nicotina, e-cigarette). Le e-cigarette (e-cig) sono dispositivi a pile che riscaldano un liquido per fornire un aerosol che può essere inalato.

Il numero delle persone che usano le e-cig è passato da circa 7 milioni nel 2011 ad almeno 41 milioni nel 2018. Uno studio italiano recente con un campione ampiamente rappresentativo mostra che quasi il 5,7% della popolazione riferiva di aver usato “almeno una volta e-cig”. Un consumo maggiore di e-cig era riportato tra uomini, ex-fumatori e fumatori attuali. In U.S.A. c’è un costante aumento di consumo di e-cig riportato tra adolescenti, donne in gravidanza e pazienti oncologici. Per esempio, circa un quarto degli adolescenti in U.S.A. riferisce di consumare e-cig.

Anche se le e-cig sono generalmente considerate come meno dannose rispetto alle sigarette tradizionali, i rischi globali sulla salute sono sconosciuti, essendo impossibile al momento attuale avere informazioni circa i loro effetti sulla salute a lungo termine.

I sostenitori delle e-cig credono che questi dispositivi possano essere utilizzati come una forma di terapia sostitutiva nicotinica per aiutare i fumatori di sigarette a cessare di fumare. La letteratura che sostiene questo è lontana dall’essere definitiva ed è stata largamente basata su studi osservazionali. D’altro canto, molti sostenitori della salute argomenterebbero che le e-cig possano cancellare decenni di progressi nella riduzione delle prevalenze del fumo e possano aumentare il rischio per le giovani generazioni di diventare dipendenti alla nicotina.

Globalmente, ci sono notevoli diversità negli approcci a questi dispositivi: la U.S. Preventive Services Task Force, un gruppo di volontari indipendenti esperti nazionali nella prevenzione delle malattie e in medicina basata sull’evidenza, ha concluso che c’è insufficiente evidenza per raccomandare le e-cig per la cessazione del fumo di tabacco in adulti. Al contrario, in UK i servizi nazionali della salute (NHS) e il Public Health England (PHE) hanno già approvato le e-cig come più “sicure” del 95% rispetto al tabacco, e hanno lanciato campagne per convincere i fumatori che svapare è significativamente meno dannosa come alternativa al fumare.

I fabbricanti di e-cig più importanti sono accusati di fare azioni di marketing indirizzate ai giovani. Questi dispositivi hanno l’aspetto futuristico e possono apparire “più sicuri” rispetto alle sigarette tradizionali.

Molti dispositivi offrono pods alla nicotina in sapori che piacciono sia ai giovani che agli adulti in ugual modo, come mentolo e frutta, e venduti sotto nomi fantasiosi come “unicorno”, “scoppio di stelle”, “pop tart”, etc. Malgrado questi epiteti “carini”, un singolo pod alla nicotina contenente una soluzione al 5% può erogare tanta nicotina quanto un pacchetto di sigarette e in qualche caso anche il doppio. Quindi è probabile che l’uso diffuso di questi dispositivi da parte dei giovani stia creando una nuova generazione di giovani dipendenti dalla nicotina.

La prevalenza del consumo attuale di e-cig tra non- ed ex-fumatori è aumentato in modo considerevole. Oltre alla potenzialità di creare o mantenere una dipendenza, ci sono preoccupazioni crescenti sugli effetti a lungo termine dell’esposizione ai vapori.

L’inalazione del vapore causa diversi effetti cardiovascolari negativi compreso un rischio aumentato di infarto al miocardio. Un consumo cronico di e-cig porta a diversi effetti vascolari avversi compresa perfusione anomala del miocardio. Nel periodo preoperatorio, le e-cig causano una ridotta circolazione microvascolare e complicanze nella guarigione delle ferite. L’inalazione del vapore di e-cig può causare diversi effetti polmonari avversi, compreso un danno polmonare acuto (DAD, ARDS). Il potenziale per il danno polmonare è stato evidenziato da una crisi epidemica negli U.S.A. (2018-2020) che riguardava l’uso di e-cig. La causa del danno rimane sconosciuta ma molti casi puntano al coinvolgimento dell’acetato di vitamina E che potrebbe causare un danno chimico diretto al polmone.

E’ necessario precisare che la maggioranza dei casi coinvolgeva la vaporizzazione di soluzioni illecite di tetraidrocannabinolo (THC), ma il coinvolgimento anche di soluzioni contenenti nicotina non può essere escluso. Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitense ha coniato il termine di “danno polmonare associato a uso di e-cig o svapo” (EVALI) per descrivere i danni che coinvolgono l’uso di e-cig e ha prodotto linee guida provvisorie per i clinici che prendono in carico i pazienti con il sospetto di EVALI. Una recente indagine epidemiologica basata sulla popolazione ha mostrato un’associazione tra uso di e-cig con una nuova diagnosi di malattia polmonare cronica interstiziale.

Dal momento che mancano di regolamentazioni sulla commercializzazione e disponibilità delle ecig e dispositivi simili, risulta difficile valutare il vero impatto sulla salute pubblica di questi dispositivi. Ci sono anche diverse segnalazioni su altre forme di danno acuto, comprese esplosioni di pile, ustioni e ingestione accidentale di e-liquidi.

Molti clinici sono preoccupati del consumo di e-cig tra i pazienti, ma sanno poco di esse.

La maggioranza dei clinici non indaga né fornisce counselling agli adolescenti sull’uso di e-cig. Non tutti i clinici sono contrari all’uso di e-cig: da un modello di cura improntato sulla riduzione del danno, l’uso di un prodotto del tabacco non combustibile come le e-cig può essere visto come un’opzione “più sicura” che usare prodotti di tabacco combustibili.

Tuttavia, con i recenti riscontri di un consumo giovanile di alto grado e danno polmonare severo, le percezioni del pubblico sulle e-cig sono in una fase di cambiamento e molte persone considerano adesso le e-cig come dannose quanto le sigarette.

Quindi è molto probabile che più pazienti avranno domande per i loro medici sulle e-cig, in particolare sulla loro sicurezza ed efficacia. La mancanza di conoscenza riguardante i rischi e benefici del loro utilizzo rende difficile per i clinici discutere l’uso di e-cig con i pazienti.

I pazienti (in special modo i giovani) che non fumano sigarette dovrebbero essere fortemente scoraggiati nell’uso delle e-cig, mettendo in luce gli effetti potenziali dell’esposizione cronica alla nicotina sul cervello e dei rischi sulla salute a lungo (e a breve) termine di questi dispositivi. I pazienti che considerano il loro uso come aiuto per smettere di fumare devono essere avvertiti che non c’è ancora certezza sulla loro efficacia per questa indicazione, che potrebbero avere dei rischi specifici per la salute, e che a oggi l’evidenza suggerisce che potrebbero semplicemente passare da una forma di dipendenza da nicotina a un’altra.

NB: I nuovi prodotti del tabacco riscaldati (HTP) e le sigarette elettroniche contenenti parti elettriche/elettroniche e batterie nei dispositivi dovrebbero essere smaltiti come RAEE (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), ma le informazioni fornite ai consumatori sul loro smaltimento sono spesso vaghe. La scarsa consapevolezza da parte del consumatore della presenza di composti inquinanti e tossici nel proprio dispositivo, unita alle ridotte dimensioni del dispositivo, fa sì che i consumatori smaltiscano il prodotto come normale rifiuto domestico, ignorando o sottovalutando i danni causati all’ambiente, analogamente a cosa succede con altri piccoli prodotti come gli auricolari bluetooth.

 

Smettere di fumare senza una assistenza professionale adeguata non è semplice per vari motivi: il fumo si configura come una “addiction”, una dipendenza comportamentale vera e propria. Sebbene la maggior parte dei fumatori voglia smettere i tentativi sono spesso destinati a scarso successo se non pianificati e messi in atto all’interno di strategie integrate.

Sono indicati in qualità di Centri Antifumo strutture che rivestono un ruolo centrale nel processo di disassuefazione, offrendo percorsi specialistici ed eterogenei basati prevalentemente su terapie farmacologiche, interventi individuali e interventi di gruppo e per questo si avvalgono di differenti professionalità, tra cui medici, infermieri professionali, psicologi.

Dott. Pasini Giampiero Pneumologo